rotator

martedì 10 aprile 2012

Come è nata.... la caffettiera Moka Espresso?

"Na tazzulell' e cafè, e 'a sigarett' acopp' pe nun vedè", così recita l'incipit di un famoso brano di Pino Daniele, grande cantautore napoletano, che ha messo, giustamente, in primo piano la tazzina di cafè come "palliativo" ai mali del napoletano, ma anche dell'italiano medio. Eppure si pensa che quel liquido denso, scuro, profumato che sgorga con il suo caratteristico rumore che qualcuno si diverte anche ad imitare con successo, sia tutto frutto di una mente partenopea. Pare strano, ma chi la pensa così sbaglia, e di grosso.
Perchè i primi timidi vagiti la nostra moka li da ad Omegna , molto ma molto più su di Napoli. Per l'esattezza sul Lago d'Orta. Immaginiamoci negli anni '30 in riva al torrente Nigoglia, lì mentre la propria moglie lava la biancheria come si faceva una volta, con cenere e sapone, l'ingegner Alfonso Bialetti nota che con il caldo quel detergente così casalingo tende a salire in alto nel mastello. Ed è proprio in quel momento che scatta il lampo di genio.
Pensa così di applicare quel principio alla preparazione del caffè e la cosa per lui è semplice, dato che ha un'industria per la lavorazione dell'alluminio. Così si mette al lavoro e realizza il primo prototipo ed inizia pure a venderla. Però qualcosa non va, pur essendo il caffè che ne esce buono, non riesce ad avere successo nella commercializzazione. Dopo qualche anno l'impresa va nelle mani del figlio Renato che tanto per cominciare dà un nome alla caffettiera, Moka che è la città araba dal quale proviene una buona miscela di caffè.
Il boom della produzione e vendita, inutile dirlo, avviene nel dopoguerra, e qui la pubblicità la fece da padrona.
Renato Bialetti fece mettere una riproduzione della caffettiera alta 25 metri all'ingresso del Macef di Milano.
Da quel momento in poi ogni soldo di utile lui lo investiva nella fabbrica, affinchè fosse al più moderna d'Europa.
Altra trovata pubblicitaria fu quella della mascotte dell'omino con i baffi, disegnato da Paul Campani, il quale omino era praticamente Renato Bialetti!
Ma Renato Bialetti ebbe anche tanta intelligente furbizia. Infatti mentre cercava di vendere la Moka a dei francesi, notò che era presente anche Aristotele Onassis. Fece in modo di avvicinarlo e gli chiese aiuto ricordandogli che anche lui prima di diventare miliardario, vendeva sigarette in Grecia. Si propose così come giovane imprenditore che cercava di vendere una caffettiera e gli chiese di essere salutato prima di andar via.
Onassis intuì quello che voleva Bialetti e così gli si avvicinò e gli diede una pacca sulla spalla mentre parlava con i clienti francesi, i quali impressionati dalla "presunta" amicizia di Bialetti con uno degli uomini più ricchi del mondo, firmarono il contratto.
Il successo non tardò ad arrivare, ma quando un prodotto è di successo, la prima cosa che succede è quello che questo venga copiato. E così Bialetti iniziò a vendere pure lui delle "copie" senza marchio ma ad un prezzo inferiore del falso. Il resto? lo avete nella tazzina ogni mattina....

Nessun commento:

Posta un commento